Il Jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo nelle comunità afroamericane del sud degli Stati Uniti. Frutto di una confluenza di tradizioni musicali Africane ed Europee, le sue caratteristiche peculiari sono l'uso intenso di improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato, la poliritmia e il tono malinconico dato dall'uso delle blue note.
Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare americana, dal ragtime, al blues, alla musica leggera e colta dei grandi compositori americani. In tempi più recenti il jazz si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e come il rock.
Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi.
La formazione jazzistica moderna tipica è costituita da un gruppo musicale di dimensioni limitate. La combinazione più frequente è il quartetto, quasi invariabilmente costituito da una sezione ritmica composta da batteria, basso o contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente un sassofono o una tromba.
Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che ha avuto come protagonisti musicisti d'eccezione. Le formazioni jazzistiche orchestrali, che entrarono in crisi profonda alla fine degli anni trenta, sono oggi abbastanza rare, soprattutto a causa delle difficoltà economiche e organizzative collegate alla gestione di un complesso che comprende molte decine di musicisti.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono, e avente come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta: se questo è vero soprattutto nel mondo occidentale, è anche vero che le esplorazioni delle radici musicali africane che molti jazzisti intrapresero a partire dagli anni sessanta e i contatti tra culture e stili musicali caratteristici dell'ultima parte del XX secolo, hanno contribuito a creare molti tipi di jazz, che vanno dalla tradizionale performance per piccolo ensemble, derivato dalle esperienze boppistiche e post-boppistiche, alla creazione di sonorità insolite che nascono dalla ibridazione di diverse tradizioni strumentali e musicali, fino ad arrivare a dissolversi nel genere chiamato world music (e in questo caso non si parla più di jazz).
La musica Jazz si può considerare come un nuovo varco verso altri mondi musicali: un genere che, partendo da un substrato che comprendeva le forme popolari del blues (si può dire che tutta la musica moderna discende dalla poetica spassosa del blues primitivo, che è tutt'altro che un cimento infantile), degli spirituals e della musica bandistica e incorporando via via altre forme di musica nera (ad esempio il ragtime degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base di standard usati come punto di partenza per modificarne di continuo ogni modulo armonico, melodico, e ritmico.
Tutta la musica jazz e derivata è stata definita come colta, appunto per il presupposto che è risultante della conoscenza della musica classica, delle varie etnie musicali e di sviluppi armonici complessi. Lo stesso non può dirsi per il blues iniziale. Il passaggio di qualità può forse attribuirsi a George Gershwin, musicista di grande valore, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo ma che ebbe dei maestri importanti e fu ispirato da autori come Debussy e Ravel. La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate anche ora come standard inesauribili. Ricordiamo che lo stesso Debussy venne influenzato dal jazz, come si può ben vedere in "Golliwogg's Cakewalk", brano posto alla fine del "Children's Corner", una delle sue più celebri suite per pianoforte.
1900 - 1920
La musica che sarebbe stata chiamata "jass"[4] e poco dopo "jazz" nasce quasi certamente a New Orleans all'inizio del XX secolo. Il musicista cui è attribuito il titolo di "padre del jazz", Buddy Bolden è attivo a New Orleans nel 1904. Nel 1906 il pianista Jelly Roll Morton compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi brani jazz a godere di vasta notorietà, e negli anni seguenti a New Orleans furono attive molte formazioni jazz: tra le più importanti, quella capeggiata dal cornettista Joe "King" Oliver. La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta, nel 1913.
Grande notorietà ebbe la Original Dixieland Jass Band (O.D.J.B.), composta da soli bianchi e diretta dal trombettista, di origini italiane, Nick La Rocca. Dopo il debutto a Chicago il 3 marzo 1916, il 26 febbraio 1917, la O.D.J.B. registrò per la prima volta un brano jazz Livery Stable Blues. Per questo alla O.D.J.B. venne attribuito il titolo di "inventori del jazz".
1920 - 1930
Tra il 1910 e il 1920, molti musicisti di New Orleans, spinti dai maggiori guadagni che venivano offerti al Nord e dalla decadenza dell'intrattenimento a New Orleans si spostarono al nord e molti di essi scelsero Chicago, città che attrasse anche King Oliver, e attorno alla quale si creò una scuola da cui emersero molti protagonisti soprattutto bianchi, tra cui Bix Beiderbecke, Frank Trumbauer, Pee Wee Russell.
Il jazz aumentava la sua popolarità, affermandosi tra l'altro come musica da ballo e nei locali notturni. Molti protagonisti, tra cui il sassofonista Sidney Bechet fecero tourneè in Europa. Nelle orchestre aumenta l'importanza del solista come simboleggia l'emergere della figura di Louis Armstrong, reso famoso dalle registrazioni dei suoi gruppi, gli Hot Five e gli Hot Seven nel 1925.
Nacquero in questo periodo molte orchestre (Big band) tra cui si ricordano quelle di Fletcher Henderson, quella del bianco Paul Whiteman e quella del giovane Duke Ellington. La fiorente industria dell'intrattenimento e l'abbondanza di sale da ballo fanno di New York una delle città centrali per il jazz. Nel 1920, il primo disco a vendere un milione di copie è "Crazy Blues" della cantante Mamie Smith.
1930 - 1940
A seguito della crisi di borsa dell'ottobre 1929 l'intrattenimento musicale negli Stati Uniti d'America subì un drammatico azzeramento e negli anni immediatamente successivi, passati alla storia come "la Grande depressione", pochi musicisti riuscirono a sopravvivere. I migliori iniziarono fortunate esibizioni in Europa; gli altri fecero fatica a sbarcare il lunario. La rinascita musicale, e con essa totale, dell'America è legata all'intuizione di un giovane musicista di origine ebrea, Benny Goodman. Questi mise a punto un'originale formula musicale utilizzando un tempo costante, rendendo perciò "ballabile" il nuovo stile, e un'accelerazione progressiva nei toni, nei timbri, nei contrappunti. La musica che ne derivò prese il nome di "swing", come il giro di mazza del giocatore di baseball. Ogni brano comincia con tranquillità per scatenarsi progressivamente, mantenendo però rigorosamente lo stesso ritmo. Per rendere ancora più gradito ai ballerini il nuovo stile, Goodman utilizzò una grande orchestra, con una ricca sezione di strumenti a fiato e una sezione ritmica. La formazione tipo dell'orchestra swing comprendeva tre o quattro trombe, tre tromboni, cinque sassofoni tra cui due contralti, due tenori e un baritono. La sessione ritmica comprendeva una chitarra, un contrabbasso, un pianoforte e la batteria. A questa formazione si aggiungeva lo strumento del leader, nel caso di Goodman il clarinetto.
New York assurse ad un ruolo di preminenza sulla scena jazzistica, prima coi locali e le sale da ballo di Harlem (tra cui il famoso Cotton Club), poi coi club che fiorirono attorno al Greenwich Village, a Broadway e alla Cinquantaduesima strada, soprannominata Swing Street o "la strada che non dorme mai". Furono questi i palcoscenici che portarono al successo Billie Holiday, Art Tatum, Fats Waller, Coleman Hawkins, Lester Young. Lo stile che nacque in questi locali era rilassato e notturno, esemplificato dall'interpretazione di Body and Soul data in quegli anni da Hawkins, che fu anche uno degli strumentisti che resero il sax tenore la voce dominante del jazz.
Uno stile jazzistico più rivolto al blues e con caratteristiche meno urbane di quello newyorkese veniva in quegli anni praticato dalle orchestre di Kansas City, luogo di fondazione dell'orchestra di Count Basie. In questa città si formarono molti protagonisti degli anni che seguirono.
La segregazione razziale, che era stata fino ad allora la regola nelle orchestre di jazz così come nei locali, iniziò in quegli anni a perdere un po' della sua compattezza, grazie anche al coraggioso esempio di direttori d'orchestra come Goodman e Shaw che portarono in tourneè gli artisti afroamericani Roy Eldridge e Billie Holiday.
1940 - 1960
Le mutate condizioni economiche costrinsero alla chiusura la maggior parte delle grandi orchestre. Solo le maggiori sopravvissero: quelle di Duke Ellington, Count Basie, Woody Herman e Stan Kenton furono tra le più longeve, prolungando la loro attività anche negli anni 1960 e oltre.
Le esperienze di jazz orchestrale continuarono, anche se con difficoltà, con le orchestre di Count Basie, Duke Ellington, Woody Herman, Stan Kenton, e con le originali collaborazioni di Miles Davis e Gil Evans. Il contrabbassista Charles Mingus si segnalò come personaggio di grande spicco alla testa di formazioni allargate (anche se non di organico propriamente orchestrale).
1960-1970
Nel corso di questo decennio il jazz affrontò numerose trasformazioni che finirono per frazionarlo in molteplici stili.
Lo stile modale visse il suo periodo più fecondo a cavallo tra la fine degli anni 1950 e la metà degli anni 1960, soprattutto con l'attività del (secondo) quintetto di Miles Davis e del quartetto di John Coltrane, finendo col diventare un idioma consolidato della tradizione jazzistica.
Una tendenza senz'altro più radicale e controversa fu determinata dal contemporaneo avvento di uno stile che venne dapprima chiamata "The New Thing" ("La cosa nuova") e in seguito "Free Jazz". Fondato alla fine degli anni 1950 da giovani musicisti quali Ornette Coleman e Cecil Taylor, il free jazz praticava una forma d'improvvisazione collettiva totale la cui conseguenza è la totale frantumazione della maggior parte delle idee tradizionali di forma, armonia, melodia e ritmo.
Nella seconda metà degli anni 1960, l'irruzione del fenomeno della musica di massa, che in gran parte s'imperniava sulle generazioni più giovani e sulla loro musica d'elezione, il rock, mise in difficoltà, anche economica, la gran parte dei musicisti jazz. Quelli che non scelsero la critica radicale del free e che non sparirono dalla scena dovettero cambiare stile. Alcuni scelsero di accentuare il carattere funky della loro musica fino ad apparentarla al funky e alla sempre più popolare musica soul-dance. Una diversa tendenza cercava l'avvicinamento rock e all'elettronica, e portò alla nascita del cosiddetto genere fusion. Molti critici ritengono che fra le prime incisioni fusion vi siano Hot Rats di Frank Zappa, il quale sembrò avvicinarsi al jazz partendo dal rock con quest'album del 1969, ed il doppio album Bitches Brew di Miles Davis (1970). Seguirono poi numerosi protagonisti, con nomi quali quelli di Weather Report (un supergruppo comprendente alcuni ex musicisti di Miles Davis – Joseph Zawinul e Wayne Shorter – e la nascente stella del basso Jaco Pastorius), Herbie Hancock, il trombettista Freddie Hubbard. Molte di queste esperienze furono bollate dalla critica come commerciali
1980-2010
Alla fine degli anni 1970 l'esperienza free and perse forza e pubblico e vide la sparizione o la defezione di molti dei suoi protagonisti, così come un forte riduzione numerica del pubblico degli appassionati. A questa tendenza reagì negli anni successivi al 1980con particolare energia un gruppo di artisti che si richiamava al cosiddetto mainstream. Tra di essi si mise in particolare evidenza il giovane Wynton Marsalis che promosse con forza il tema del ritrovamento delle radici e delle forme originale della musica.
Mentre molti musicisti della vecchia guardia continuavano a calcare le scene, gli anni 1980-2010 videro emergere molti nuovi interessanti musicisti, anche nell'area europea che assunse un propria identità e importanza rispetto ai periodi precedenti, nel corso dei quali il jazz europeo era stato quasi sempre in una posizione di subalternità rispetto al modello statunitense.
I più grandi musicisti del jazz sono:
-Louis Daniel Armstrong noto anche con il soprannome di Satchmo o Pops (New Orleans, 4 agosto 1901 – New York, 6 luglio 1971) è stato un trombettista e cantante statunitense.
Armstrong è stato molto probabilmente il più famoso musicista jazz del XX secolo. Carismatico e innovativo, al suo talento e alla sua luminosa personalità si deve molta della popolarità del jazz, che esce dai confini della sua regione d'origine per diventare un genere musicale amato in tutto il mondo.
Armstrong raggiunse la fama inizialmente come trombettista, ma fu anche uno dei più importanti cantanti jazz, soprattutto verso la fine della carriera.
-Charlie Parker Jr. (Charles "Bird" Parker, Jr.) (Kansas City, 29 agosto 1920 – New York, 12 marzo 1955) è stato un sassofonista e compositore statunitense di musica jazz, ricordato per essere stato uno dei padri fondatori del movimento musicale chiamato bebop, oltre che per la sua padronanza della tecnica sassofonistica.
La figura di Charlie Parker si identifica con la nascita, lo sviluppo e il declino del bebop (del quale fu - secondo alcuni - il padre vero e proprio). Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una tecnica che pochi sono riusciti ad eguagliare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall'alcol.
Parker finì per personificare, come pochi altri musicisti (Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Bud Powell), il meglio e, troppo spesso, il peggio di uno stile di vita che echeggiò al di fuori del campo strettamente musicale, ispirando i poeti della beat generation, nelle cui liriche il jazz e Parker stesso sono spesso citati.
sabato 19 novembre 2011
Toutorial word
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Tutorial OpenOffice
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sabato 12 novembre 2011
Tutti all'Opera
Com'è fatta l'opera:
L'opera è un genere teatrale e musicale in cui l'azione scenica è abbinata alla musica e al canto. Tra i numerosi sinonimi, più o meno appropriati, basti ricordare melodramma, opera in musica e opera lirica.
quando assistiamo alla rappresentazione di un'opera lirica,la storia ci viene narrata da personaggi che cantano con il sostegno musicale dell'orchestra,in mezzo a ricche scenografie e illuminati da complicati giochi di luce.
I ruoli vocali:
Non si tratta solo di distinguere fra voce maschile e voce femminile,ma è necessario anche saper individuare l'estensione vocale e il timbro più adatti a quel certo personaggio.
Esempi:
.se bisogna interpretare una ragazza innamorata probabilmente la scelta cadrà sulla voce più acuta,quella soprano
.Se invece si tratta di un giovane amante,è facile che si orienti sulla voce di tenore.
.La voce più grave di tutte ,e quella di basso è perfetta per portare in scena personaggi anziani,vecchi saggi o re,sacerdoti,eremiti...
.le persone che devono interpretare i malvagi o i cattivi di turno invece a chi affidarli? è facile che la scelta cada sulla voce di baritono che sarebbe una voce di mezzo.
. La rivale al femminile invece è quasi sempre assegnata alla voce di mezzosoprano mentre quella di contralto,la più scura tra le femminili,vine assegnata ai personaggi femminili maturi e,magari,misteriosi
L'opera è un genere teatrale e musicale in cui l'azione scenica è abbinata alla musica e al canto. Tra i numerosi sinonimi, più o meno appropriati, basti ricordare melodramma, opera in musica e opera lirica.
L'opera fa parte della tradizione della musica classica, ma non mancano anche opere più moderne, per esempio all'interno della musica contemporanea e del neoclassicismo
Oggetto della rappresentazione è un'azione drammatica presentata, come nel teatro di prosa, con l'ausilio di scenografie, costumi e attraverso la recitazione. Il testo letterario che contiene il dialogo appositamente predisposto e le didascalie è chiamato libretto. I cantanti sono accompagnati da un complesso strumentale che può allargarsi fino a formare una grande orchestra sinfonica
I suoi soggetti possono essere di vario tipo, cui corrispondono altrettanti sottogeneri: serio,buffo,giocoso, semiserio, farsesco.
L'opera si articola convenzionalmente in vari "numeri musicali", che includono sia momenti d'assieme , sia assoli.
Fin dal suo primo apparire, l'opera accese appassionate dispute tra gli intellettuali, tese a stabilire se l'elemento più importante fosse la musica o il testo poetico.
In realtà oggi il successo di un'opera deriva - secondo un criterio comunemente accettato - da un insieme di fattori alla cui base, oltre alla qualità della musica , vi è l'efficacia drammaturgica del libretto e di tutti gli elementi di cui si compone lo spettacolo teatrale.
Un'importanza fondamentale rivestono dunque anche la messinscena , la recitazione ma, soprattutto, la qualità vocale dei cantanti.
Il teatro musicale:quando assistiamo alla rappresentazione di un'opera lirica,la storia ci viene narrata da personaggi che cantano con il sostegno musicale dell'orchestra,in mezzo a ricche scenografie e illuminati da complicati giochi di luce.
I ruoli vocali:
Non si tratta solo di distinguere fra voce maschile e voce femminile,ma è necessario anche saper individuare l'estensione vocale e il timbro più adatti a quel certo personaggio.
Esempi:
.se bisogna interpretare una ragazza innamorata probabilmente la scelta cadrà sulla voce più acuta,quella soprano
.Se invece si tratta di un giovane amante,è facile che si orienti sulla voce di tenore.
.La voce più grave di tutte ,e quella di basso è perfetta per portare in scena personaggi anziani,vecchi saggi o re,sacerdoti,eremiti...
.le persone che devono interpretare i malvagi o i cattivi di turno invece a chi affidarli? è facile che la scelta cada sulla voce di baritono che sarebbe una voce di mezzo.
. La rivale al femminile invece è quasi sempre assegnata alla voce di mezzosoprano mentre quella di contralto,la più scura tra le femminili,vine assegnata ai personaggi femminili maturi e,magari,misteriosi
Romeo e Giulietta
Romeo e Giulietta è una tragedia di William Shakespeare tra le più famose e rappresentate, e una delle storie d'amore più popolari di ogni tempo e luogo.
Innumerevoli sono le riduzioni musicali.
La vicenda dei due protagonisti ha assunto nel tempo un valore simbolico, diventando l'archetipo dell'amore perfetto ma avversato dalla società.
TRAMA:
Nel prologo, il coro racconta agli spettatori come due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si siano osteggiate per generazioni e che "dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella, il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto".
ORIGINI:
Il dramma è soprattutto di ispirazione medievale, nonostante Carol Gesner e J.J. Munro abbiano dimostrato come il motivo sia già presente nella letteratura greca antica nei Babyloniaka di Giamblico e negli Ephesiaka di Senofonte Efesio. In questo secondo romanzo Anzia, una donna separata dal marito a causa della sorte avversa, viene salvata da una banda di ladri di tombe. Sopraffatti dall'eroico Perilao, questi pretende da lei di sposarlo per riconoscenza, creando la stessa situazione provocata da Paride in Shakespeare. Disperata, beve una pozione che crede essere veleno, ma che produce, come in Giulietta solo uno stato letargico. Risvegliatasi, è tratta in salvo dagli stessi tombaroli con i quali parte per altre avventure fantastiche...
Innumerevoli sono le riduzioni musicali.
La vicenda dei due protagonisti ha assunto nel tempo un valore simbolico, diventando l'archetipo dell'amore perfetto ma avversato dalla società.
TRAMA:
Nel prologo, il coro racconta agli spettatori come due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si siano osteggiate per generazioni e che "dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella, il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto".
ORIGINI:
Il dramma è soprattutto di ispirazione medievale, nonostante Carol Gesner e J.J. Munro abbiano dimostrato come il motivo sia già presente nella letteratura greca antica nei Babyloniaka di Giamblico e negli Ephesiaka di Senofonte Efesio. In questo secondo romanzo Anzia, una donna separata dal marito a causa della sorte avversa, viene salvata da una banda di ladri di tombe. Sopraffatti dall'eroico Perilao, questi pretende da lei di sposarlo per riconoscenza, creando la stessa situazione provocata da Paride in Shakespeare. Disperata, beve una pozione che crede essere veleno, ma che produce, come in Giulietta solo uno stato letargico. Risvegliatasi, è tratta in salvo dagli stessi tombaroli con i quali parte per altre avventure fantastiche...
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