sabato 24 dicembre 2011

Musica giapponese

A partire dall'epoca Meiji (fine XIX secolo) il Giappone si è decisamente aperto agli influssi della musica occidentale e ha conosciuto, per la seconda volta nella sua storia, un periodo di penetrazione culturale straniera. Attualmente si possono distinguere nella musica giapponese tre aree culturali diverse: quella popolare, quella tradizionale dotta, e quella della musica moderna, caratterizzata da una varia commistione di elementi della tradizione con quelli della musica occidentale contemporanea.
Musica Popolare
La musica popolare giapponese è tuttora  poco nota in Occidente, anche per il fatto che la maggior parte delle raccolte di canti popolari pubblicati dai centri di ricerca della radio giapponese sono in lingua originale.
Fra varie centinaia di migliaia di canti popolari registrati in diverse regioni, distretti e province del paese si possono distinguere: canti connessi con vari momenti della vita umana, ninne nanne, canti infantili, canti nuziali, quelli di sepoltura e canti di lavoro.
Tutti questi canti sono per la maggior parte di tipo responsoriale, con alternanza fra un cantore e il coro i quali ne riprendono determinati passaggi e il ritornello.
Musica Tradizionale
A differenza di quella popolare, la musica tradizionale è stata oggetto di numerosi studi a opera di musicologi giapponesi e stranieri, che hanno ricostruito lo sviluppo storico, descritto gli strumenti e individuato i tratti  caratteristici del linguaggi musicale dei diversi generi.
Periodo della Musica Internazionale
Per quanto riguarda la musica internazionale, l'influsso cinese si avverti soprattutto nella diffusione del Buddismo e dei suoi cerimoniali e dell'adozione da parte della corte giapponese di numerosi nuovi elementi musicali.
Di origine cinese furono altresì altri strumenti, in particolare quelli del complesso gagaku della corte imperiale, cioè il koto, i liuti conici biwa che derivano dal liuto dell'Asia centrale. Accanto a quelli cinesi si ebbero inoltre apporti della musica coreana  e dall'India.
L' epoca contemporanea
è caratterizzata dall' influsso della civiltà industriale e dalla musica occidentale, dallo sviluppo di una nuova musica giapponese di stile europeizzante e dal declino delle tradizioni antiche. Queste ultime non sono scomparse nonostante il dilagare dei modelli occidentali.
Si è infatti istaurata una sorta di "convivenza pacifica" tra la musica moderna e quella tradizionale, quest' ultima è marginale  rispetto la vita musicale di massa, ma sempre più spesso oggetto di interesse da parte di ricercatori e di gruppi di esecutori specializzati.

Musica Indiana

terapia musicaleBasata sul sistema melodico dei raga e su quello ritmico dei tala, questa musica risale ai canti vedici dei primi colonizzatori indù, ma raggiunse la sua forma attuale negli ultimi quattro o cinque secoli. Il suo sviluppo millenario è documentato in una serie di trattati teorici, scritti per lo più in sanscrito.E` caratterizzata da melodie solistiche o all'unisono, molto spesso accompagnate da un bordone, e dai cicli ritmici.La musica sacra indiana è caratterizzata da una struttura che concilia la meditazione, amplificando l’ascolto di ciò che è al limite tra l’oggettivo e l’immaginario, tra il proprio mondo interno e l’ambiente esterno, per cui si addice ad un utilizzo riflessivo sui rapporti tra mente e corpo.Per tali ragioni viene utilizzata per la riabilitazione verbale, e sul versante psicologico, quando il flusso delle emozioni appare bloccato.
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Tra gli strumenti utilizzati dalla musica indiana occupano un posto di rilievo gli strumenti a corda come la vina e il sitar; tra gli strumenti a percussione, fondamentali per mantenere i cicli dei tala, vi sono il pakhawaj e il tabla.; numerosi anche gli strumenti a fiato (srnga, shahnai, bansri).

In Occidente, il rappresentante più noto della musica indiana è il compositore e sitarista Ravi Shankar.

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Musiche dell'africa

La musica africana, nel senso di musica originaria dell'Africa, è estremamente eterogenea, in quanto riflette la varietà etnica, culturale e linguistica del continente. L'espressione "musica africana" viene talvolta usata anche in modo più specifico per riferirsi alla musica dell'africa subsahariana, essendo la tradizione musicale del Nordafricaessenzialmente sovrapponibile a quella mediorientale. Elementi mediorientali si trovano anche nella musica dei popoli della costa est del continente, che risente anche di influenzeindiane, persiane e in generale degli effetti degli scambi commerciali e culturali sull'Oceano Indiano. In ogni caso, anche all'interno di queste tre aree principali (Nordafrica, Africa subsahariana, Africa orientale) esiste una grandissima diversificazione degli stili sia dellamusica etnica tradizionale che della musica moderna. Quest'ultima risente praticamente ovunque (ma soprattutto nei paesi con una forte eredità coloniale) dell'influenza della musica leggera europea e statunitense. D'altra parte, la diaspora africana e il conseguente diffondersi in America ed Europa della tradizione musicale africana ha influito in modo determinante sullo sviluppo della musica leggera occidentale.
Nell'Africa subsahariana la musica e la danza sono quasi sempre elementi centrali e fondamentali della cultura dei popoli, e sono dotati di grande valore sociale e religioso. Ogni etnia ha una propria tradizione musicale così come ha una propria tradizione letteraria e un proprio insieme di regole e credenze; ogni gruppo sociale possiede un repertorio musicale di riferimento e dei sottogeneri appropriati a determinate celebrazioni (per esempio nascita, passaggio all'età adulta, matrimonio, funerale) o anche semplicemente attività quotidiane come il raccolto nei campi e lo smistamento delle riserve alimentari.

martedì 13 dicembre 2011

I fatti,le idee,i protagonisti

Alla fine del Settecento con i primi fermenti preromantici la musica acquistò un posto di assoluta preminenza tra le arti.
E' perlomeno singolare che i primi a considerare la musica come arte privilegiata, come espressione più alta, siano stati i letterati e i poeti. Solamente più tardi la coscienza di questo mutamento toccò i musicisti; perciò le prime testimonianze di questa nuova sensibilità romantica per la musica vanno cercate anzitutto in scritti letterari.
E' sintomatico come solo nel Romanticismo sia lo stesso poeta a porre la musica spesso al centro della sua attenzione ed a considerarla come il punto di convergenza di tutte le arti.
Le osservazioni più affascinanti sulla musica si trovano in scritti di letterati che sono lontani da ogni conoscenza di tipo tecnico sull'arte dei suoni, ma tuttavia subiscono in modo irresistibile l'attrattiva di quest'arte.
E altresì significativo che tutti i grandi filosofi romantici facciano della musica uno dei centri della loro speculazione e che da Hegel a Schelling, da Schopenhauer a Nietzsche la musica trovi un posto d'onore in tutti i sistemi filosofici. senza contare i brevi scritti sulla musica del giovane Wackenroder, letterato e critico morto giovanissimo alla fine del Settecento.
Tutte le arti rappresentano un mezzo per manifestare i propri sentimenti, ma la musica, secondo Wackenroder, è l'arte per eccellenza, superiore a tutte le altre per capacità espressiva. La musica rappresenta infatti il mezzo più diretto di contatto con il divino di cui dispone l'uomo. La musica, in particolare quella strumentale, riesce ad esprimere l'inesprimibile, spaziando nelle più alte sfere dello spirito.
Hoffmann, uno dei più originali scrittori del primo Ottocento, ma anche critico musicale e musicista, definiva la musica come "la più romantica di tutte le arti"; con ciò dava del Romanticismo stesso una definizione che andava ben oltre il dato storico.
Infatti per Hoffmann tutta la grande musica, anche quella delle epoche passate, era romantica: la musica di Palestrina, di Bach, di Mozart, di Haydn, ed infine, più di ogni altra, quella di Beethoven è romantica perchè è tale tutta la grande musica: essa ha per oggetto l'infinito.
E singolare come accanto agli scritti pieni di mistico entusiasmo troviamo i primi studi specialistici e storici nel senso moderno del termine.
Infatti una moderna storiografia sulla musica risale proprio agli inizi dell'Ottocento.
Le prime storie della musica erano state scritte nella seconda metà del Settecento: in Italia padre Martini di Bologna aveva iniziato una monumentale Storia della musica rimasta però interrotta; in Inghilterra Charles Burney e John Hawkins avevano steso le prime storie che ambivano alla completezza.
Per molti secoli la musica era stata soggetta ad un rapidissimo consumo e si doveva arrivare al Romanticismo, con il suo nuovo interesse per il passato più o meno remoto, sepolto nei manoscritti e negli archivi, perchè nascesse il desiderio di riascoltare, di giudicare, di riscoprire il patrimonio musicale dimenticato.
Questo nuovo atteggiamento nei confronti della musica ha costituito la premessa indispensabile per la nascita di una vera e propria storiografia e di tutto un complesso di studi sulla musica.
Accanto alla rivalutazione di un passato musicale che affonda le sue radici anche nel più lontano Medioevo
Altri caratteri vengono spesso messi in evidenza. Il meraviglioso, il fantastico, il bizzarro, il recondito, il misterioso, sono aggettivi che ricorrono con frequenza nelle critiche e nelle divagazioni dei romantici, siano essi poeti, scrittori, filosofi o musicisti, termini usati per lo più come polemica nei confronti del classico, del regolare, del troppo forbito, della conformità alle strutture tradizionali della scuola viennese.
Cosi come nella pittura nasce il gusto per i paesaggi orridi, per le gole di montagna, i precipizi, le tempeste, le rovine, così in musica, soprattutto nel primo Romanticismo, nasce il gusto per l'irregolarità delle forme, per il bizzarro e per ciò che sgorga naturalmente da un impulso interiore non soggetto ad alcuna costrizione formale.
Queste trasformazioni sono invece frutto di un profondo processo di trasformazione del mondo che modifica anche la vita interiore dell'uomo. Alla base di tale processo sta il graduale passaggio del potere economico dalle mani dell'aristocrazia terriera a quelle della classe media. Inizialmente essa accumula capitali lavorando a lucrose attività commerciali e successivamente li incrementa investendo il denaro guadagnato in attività produttive, in manifatture caratterizzate dalla presenza di nuove macchine.
E questa la cosiddetta " rivoluzione industriale " che, traendo profitto dalle scoperte scientifiche che si sviluppano a partire dal XVII secolo, le applica alla produzione di beni.
A conclusione di questa fase il mondo moderno ha già costruito le sue premesse.
A questo punto il mondo avrà cambiato volto: da un assetto feudale o para-feudale sarà passato all'organizzazione moderna caratterizzata da fenomeni che ancor oggi ben conosciamo: la creazione delle metropoli industriali, le tensioni sociali e sindacali, i problemi ecologici, il funzionamento delle democrazie parlamentari, lo sviluppo dei metodi di persuasione di massa. I primi anni dell'Ottocento, successivi alla Rivoluzione francese, si collocano al centro di questa epoca e ne costituiscono in un certo senso la chiave di volta.
Anche la gestione della cultura passa dalle mani del ceto aristocratico a quelle del ceto imprenditoriale e borghese.
In questo passaggio di mano le attività artistiche trasformano profondamente non solo il loro assetto organizzativo, ma i loro stessi contenuti, che ora rispondono a modi di pensare, a giudizi sulla realtà, a sistemi di valore tipici della nuova classe.
La trasformazione più significativa delle attività musicali sia quella del passaggio dalla conduzione aristocratica (che si basava sulle orchestre di corte, sulle grandi feste di palazzo) all'istituzione borghese del concerto pubblico con pagamento del biglietto d'ingresso.
Gli esempi di questo passaggio si moltiplicano in tutta Europa agli inizi dell'Ottocento e alcune istituzioni una solidità tale da sopravvivere fino ai nostri giorni.
Per contro diventa assai fiorente negli ambienti della borghesia benestante la pratica amatoriale del far musica in casa Hausmusik secondo un diffuso termine tedesco.
A partire dagli inizi dell'Ottocento la Hausmusik che si svolge nei salotti della buona società diventa una sorta di status symbol, non solo in Germania, ma in tutta Europa, e spesso nelle occasioni di maggior prestigio utilizza anche i buoni professionisti locali e i grandi virtuosi di passaggio.
Ma la pratica amatoriale e domestica che inizialmente, come avveniva anche nel Settecento, non si distingueva da quella di livello professionale se non per la richiesta di facilitazioni tecniche si crea a poco a poco anche una sua tradizione e un suo gusto musicale, e addirittura un vero e proprio " genere " compositivo: quello che nei paesi di lingua tedesca viene definito col termine di Salonmusik, o musica da salotto. La quale tuttavia non è un fenomeno solo tedesco, ma è ampiamente presente in tutta Europa.
Nella Salonmusik tendono a riflettersi, in misura sempre più evidente nel corso del secolo, i valori, i sogni e le fantasie di una media borghesia che interpretava le trasformazioni del mondo, della società e della cultura della sua epoca sulla base di ideologie alla moda, spesso improntate ad un ingenuo sentimentalismo quotidiano.
Ma la Salonmusik ha anche un suo aspetto brillante: per esempio nelle sue punte più professionalizzate può essere musica da virtuosi, musica strappa-applausi; in altri casi invece può essere scritta per evocare motivi amati soprattutto melodie d'opera e per rinnovare cosi il piacere di riconoscerli; o ancora può allietare riunioni d'amici con i ritmi delle danze in voga. Le sue fortune coincidono con le fortune commerciali dell'editoria che la diffonde e la promuove.
Si diffusero ampiamente associazioni e gruppi di amatori che coltivavano la musica cantando in coro.
Tali associazioni si diffusero assai rapidamente a partire dagli inizi del secolo.
I primi cori erano esclusivamente maschili, poi nacquero anche cori femminili o misti, spesso animati da ideali patriottici.
Talora associazioni di questo tipo stavano alla base dei cosiddetti Musikfeste, specie di grandi festival musicali popolari in cui si radunavano tutti i professionisti o i buoni dilettanti di una città o di una regione per celebrare e cantare collettivamente la propria identità culturale e talora anche quella nazionale.
La situazione stessa del musicista si fa problematica.
Venuto meno il rapporto di dipendenza con il mondo nobiliare che gli assicurava la sopravvivenza e al tempo stesso gli forniva i fondamentali modelli di riferimento su cui esercitare la propria creatività, il musicista reagisce dapprima con una sorta di moto d'orgoglio individuale.
L'immagine di Mozart che preferisce, a rischio della sua stessa esistenza, le avventure del libero professionista ai vincoli di dipendenza dal vescovo di Salisburgo, o l'immagine di Beethoven che tratta alla pari e persino rudemente i rappresentanti dell'aristocrazia viennese dai quali riceve sovvenzioni che gli permettono di dedicarsi alla sua libera attività di compositore, manifestano in modo concreto ciò che i poeti e i filosofi delle prime cerchie romantiche teorizzavano in termini ideologici: l'opera d'arte non ha obblighi con nessuno, a nessuno deve rendere ragione della propria esistenza e dei propri contenuti; essa è totalmente nelle mani dell'artista che la crea, essa è il regno della pura soggettività individuale, in essa si manifesta in termini mirabili quel mistero della vita interiore che nelle società d'altri tempi era affidato alle parole dei grandi libri sacri o alle immagini del mito.
Nel caso della musica le funzioni essenziali sono quelle assicurate dalla sempre più ampia diffusione del concerto pubblico i cui destinatari tuttavia che ne sono anche i sostenitori economici non costituiscono più un gruppo sociale coerente, potente e stabile com'era l'aristocrazia, ma si identificano in gruppi di soggetti con esigenze culturali differenziate, con sistemi di attese non coincidenti, con competenze d'ascolto di livello diverso.
In altri termini si può dire che il musicista debba ora confrontarsi con un meccanismo per lui nuovo e imprevisto: il meccanismo del mercato musicale. E questo, lungi dall'assicurargli quell'assoluta libertà che i primi pensatori romantici pretendevano dovuta al genio, lo vincola invece a tenere conto di gusti, esigenze, richieste assai più differenziate, più sfuggenti e spesso anche meno qualificate di quelle della vecchia aristocrazia. Una delle prime e più spontanee reazioni che sorgono di fronte ai nuovi problemi posti da questa difficile situazione di libertà, è quella di chi tende a "giustificare " in termini di utilità sociale l'opera del musicista nei confronti dei suoi possibili destinatari.
Non mancarono esempi espliciti di " impegno sociale " diretto, da parte di musicisti che, nel periodo rivoluzionario, scrissero inni, marce, canti, dedicati al popolo in lotta e alle celebrazioni civili dello Stato. Alcuni anni dopo Berlioz componeva a Parigi grandi opere corali-sinfoniche ispirate agli ideali della collettività nazionale.
Nè si deve dimenticare che in tutto il corso dell'Ottocento è in atto in Europa particolarmente nei paesi orientali, dalla Russia all'Ungheria alla Boemia un movimento di riscoperta delle proprie radici e della propria identità nazionale basato sulla valorizzazione del canto popolare.
D'altra parte il problema delle difficili relazioni fra l'artista e la società che lo circonda trova anche soluzioni in un altro tipo di ideologia che nasce: la malinconia che emana da molte affascinanti composizioni dell'epoca è direttamente connesso con la penosa situazione di frustrazione a cui l'artista è condannato da un contesto sociale che afferma di perseguire ideali di progresso e di riscatto umano.
La natura di questa problematica " libertà " del musicista ha ripercussioni evidenti anche nel campo delle convenzioni formali sulle quali si strutturano i vari generi musicali.
Il musicista infatti sa bene che il suo pubblico conosce il linguaggio che egli si accinge a usare, sa che possiede
abitudini, manifesta attese, ha gusti che ama sentire rispettati.
In altri termini la forma musicale è lo strumento specifico della comunicazione, è il terreno comune sul quale il musicista può entrare in contatto con i suoi destinatari, è una forma implicita di dialogo. Naturalmente tale dialogo si manifesta in modi diversi a seconda dei contesti.
Nel caso della Salonmusik, la cui funzione era quella del piacevole intrattenimento, era assolutamente necessario rendere subito riconoscibile e godibile il senso della composizione, soddisfare abbondantemente le attese degli ascoltatori.
Nelle musiche di maggior pretesa o impegno culturale il gioco poteva essere condotto in modo più spregiudicato, fermi restando tuttavia anche in questo caso i limiti del reciproco rispetto che doveva tenere legato il musicista al suo pubblico. Fra i grandi generi della tradizione, alcuni (in particolare quello della Sinfonia) erano strettamente connessi, se non altro per la forza schiacciante del modello beethoveniano, con quell'idea sacrale dell'arte come strumento di solidarietà, di religione laica, che i primi romantici avevano diffuso e che aveva messo profonde radici nella cultura dell'epoca.
Cosi, fin che questi ideali poterono reggere, la forma classica della sinfonia, dall'epoca di Mendelssohn a quella di Brahms, nonostante le sue modificazioni interne, si mantenne tuttavia ancora salda nelle sue strutture portanti. E lo stesso avvenne di altri generi e schemi formali " alti ", come quelli del quartetto e della sonata, anch'essi fortemente legati al nobile perdurare della tradizione classica. Ma il campo della produzione cameristica si prestò immediatamente anche a una serie di sperimentazioni più ardite in cui l'abbandono alla fantasia personale, la rivendicazione del diritto all'originalità individuale, la ricerca di itinerari interiori più nascosti e meno prevedibii aveva più ampie possibilità di manifestarsi. I " momenti musicali " di Schubert, i pezzi fantastici di Schumann, taluni preludi o notturni di Chopin sono altrettanti esempi di questa libertà di concezione.
Le " piccole forme " della musica da camera rappresentano in questo senso una sorta di mondo privilegiato fatto di intuizioni fulminee, di rivelazioni imprevedibili, di insondabili profondità. Un altro aspetto formale importante del linguaggio ottocentesco è costituito dalla sua capacità di integrare, all'interno delle proprie strutture, procedimenti costruttivi nuovi per l'epoca, ma desunti dal ripristino di forme del passato in sintonia con quella seduzione esercitata dal passato sulla coscienza dei romantici di cui già si è parlato. Vogliamo alludere non solo al graduale recupero concertistico dei repertori del passato, ma anche alla progressiva e sempre più evidente integrazione di stilemi del passato nel contesto delle invenzioni musicali del presente.
Cosi moduli armonici o contrappuntistici di tradizione barocca acquistano, in talune composizioni di Schumann o di Brahms, quasi il valore di simboli di nobiltà antica o di nostalgia per una ricchezza ideale ormai non più raggiungibile. Da qui si sviluppa una nuova concezione estetica che diventa sempre più consapevole nel corso dei primi decenni del secolo, secondo la quale la forma musicale deve subordinarsi alle intenzioni espressive e comunicative del musicista, e non viceversa.
Il musicista crea la sua personale forma e la impone al pubblico. E' ciò che avviene ad esempio nei " poemi sinfonici " o in altri brani descrittivi di Liszt, dove l'ascoltatore è invitato a cogliere il senso di un complesso percorso sonoro senza tuttavia possedere alcuna chiave preventiva di interpretazione o di previsione di quel percorso. L'unica traccia che gli viene concessa è il titolo del brano o l'indicazione delle intenzioni descrittive dell'autore contenuta nel " programma " che accompagna il brano.
Questa accentuata personalizzazione della forma e del linguaggio musicale crea un capovolgimento di
prospettiva storica rispetto al passato.
Tra i più importanti protagonisti della musica nell'età romantica troviamo:
-Franz Peter Schubert (Vienna, 31 gennaio 1797Vienna, 19 novembre 1828) è stato un compositore austriaco di musica romantica.


-Fryderyk Franciszek Chopin, il cui nome è noto anche nella variante francesizzata Frédéric François Chopin. (Żelazowa Wola, 22 febbraio o 1º marzo 1810Parigi, 17 ottobre 1849), è stato un compositore e pianista polacco. Fu uno dei grandi maestri della musica romantica ed è talvolta ricordato come il poeta del pianoforte
Bambino prodigio, Chopin crebbe a Varsavia, dove ebbe modo di completare la sua formazione musicale. A seguito della soppressione russa della Rivolta di Novembre (1830), si trasferì inFrancia nel contesto della cosiddetta Grande Emigrazione. Per dieci anni, dal 1837 al 1847, fu legato sentimentalmente alla scrittrice francese George Sand. Era di salute cagionevole, e ciò lo portò alla morte nel 1849, all'età di 39 anni.
Gran parte delle composizioni di Chopin vennero scritte per pianoforte solista; le uniche significative eccezioni sono i due concerti per pianoforte. Le sue opere sono spesso impegnative dal punto di vista tecnico, ma mantengono sempre le giuste sfumature e una profondità espressiva. Egli inventò la forma musicale nota come ballata strumentale e addusse innovazioni ragguardevoli alla sonata per pianoforte, alla mazurca, al valzer, al notturno, alla polonaise, allostudio, all'improvviso, allo scherzo e al preludio.
-Franz Liszt, conosciuto in ungherese come Ferenc Liszt, e in tedesco anche come Franz von Liszt (Raiding, 22 ottobre 1811Bayreuth, 31 luglio 1886), è stato un compositore, pianista,direttore d'orchestra e organista ungherese. Studiò e suonò a Vienna e Parigi, viaggiò in tutta l'Europa tenendo concerti un po' ovunque. Fu uno dei grandi virtuosi del pianoforte dell'Ottocento, rivoluzionò la tecnica pianistica e il rapporto tra pubblico ed esecutore. Fu legato a Fryderyk Chopin da amicizia e stima. Nel 1865 divenne abate nella Chiesa cattolica.

Musica della storia:il teatro

Untitled L'800: IL MELODRAMMA Nell' `800 e nei primi del `900, con la costruzione di teatri nelle città, la musica si diffuse anche fra i ceti popolari minori. In Italia la musica strumentale ebbe poco successo, per cui, a parte alcune eccezioni, la maggior parte dei musicisti trovò impiego all'estero. Nel nostro Paese, l'Ottocento fu il secolo del melodramma, con Rossini, Bellini, Donizetti ma soprattutto Verdi. Il primo si ispirava ancora alle musiche settecentesche, mentre Bellini e Donizetti avevano un'ispirazione più romantica. Fu Verdi ad intraprendere una via più autonoma che lo portò a raggiungere le più alte vette del melodramma italiano: fu in grado infatti di dare maggior equilibrio alle varie parti, che risultarono così più coerenti alla realtà. In Francia il gusto del pubblico si evolse gradualmente: nei primi anni ebbero successo i musicisti italiani, ma poi, intorno al 1830, si diffuse la Grand-Opéra, un tipo di melodramma che aveva soggetti storici: si narrava di sentimenti, passioni con balletti e con molti cambi di scena. Un altro tipo di melodramma, anch'esso molto amato dal pubblico, fu l'Opéra-comique, leggero, adatto al divertimento, molto disimpegnato. Verso metà secolo si affermò il Dramma lirico, i cui soggetti erano spesso tratti da capolavori della letteratura antica, con alcune modifiche nel linguaggio per renderlo accessibile anche al pubblico dei ceti medi. Lo stile musicale era meno complesso, più melodico; le vicende erano per lo più sentimentali ed a lieto fine. L'Italia, nonostante il poco successo, ebbe nelle mani un vero tesoro della musica: Giuseppe Verdi. Giuseppe Verdi Figlio di Carlo e Luigina Uttini, Giuseppe Verdi nacque nel 1813 a Roncolo, fazione di Busseto (Parma); fu registrato negli atti comunali come Joseph-Fortunin François. A soli otto anni, quando gli altri bambini desideravano solo giocare, il piccolo Giuseppe aveva un unico grande sogno: possedere una spinetta, uno strumento simile all'attuale pianoforte. Ciò che più appare straordinario è che il giovane, non solo suonava molto bene, ma cominciava già a comporre bellissima musica. Nel 1831 si recò a Milano per iscriversi al Conservatorio, ma fu respinto all'esame di ammissione. A soli 22 anni compose il suo primo melodramma: Oberto Conte di San Bonifacio, che fu rappresentato quattro anni dopo alla Scala, nello stesso anno in cui il musicista si trasferì a Milano insieme alla sua famiglia. Nel 1836 si sposò con Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli: Virgina, morta ancor prima del trasferimento a Milano, e Icilio. La sua successiva opera fu il Nabucco, composta nel 1842; siamo nell'epoca in cui gli italiani stanno lottando per liberarsi dalla dominazione austriaca: proprio con quest'ultima composizione, Verdi ha voluto musicare un'opera che interpretasse il sentimento di amor patrio del popolo italiano. Giuseppe Verdi venne così chiamato il musicista del risorgimento italiano e il suo nome venne utilizzato nelle manifestazioni patriottiche.Durante il XX secolo il teatro musicale perde progressivamente la sua importanza. La necessità di rendersi testimoni delle difficoltà che investono la società europea nei primi decenni del secolo porta la maggior parte dei musicisti a trascurare le convenzioni e le funzioni tipiche del melodramma, per dedicarsi prevalentemente alla musica strumentale. Inoltre, sotto il profilo spettacolare e dell'intrattenimento, altre forme espressive e altri media incrinano il predominio del teatro musicale: il cinema innanzitutto, ma anche il varietà, il music hall, e quindi la radio, il disco, infine la televisione si sostituiscono man mano ai palcoscenici operistici.


Nonostante ciò, la storia del melodramma registra anche nel vostro secolo personaggi di grande valore. Per limitarsi al panorama italiano, che almeno l'affermazione di Giacomo Puccini (1858-1924), che raccoglie l'eredità artistica di Verdi. Attento alle innovazioni musicali provenienti dal resto d'Europa, Puccini mette a punto un linguaggio espressivo ricco dio soluzioni armoniche personali e dà vita a una galleria di personaggi femminili indimenticabili: Tosca, Madama Butterfly, Turandot.
Tra i personaggi più importanti troviamo:
-Giuseppe Fortunino Francesco Verdi  (Roncole Verdi10 ottobre 1813 – Milano27 gennaio 1901) è stato un compositore italiano autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo.
-Claudio (Giovanni Antonio) Monteverdi (Cremona15 maggio 1567 – Venezia29 novembre1643) è stato un compositore italiano. Il suo lavoro di compositore segnò il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca. Fu uno dei principali innovatori che accompagnarono l'evoluzione del linguaggio musicale (su questo processo stilistico vedi anche Retorica musicale), insieme al "principe dei musici", Carlo Gesualdo. Monteverdi scrisse una delle prime opere teatrali in cui fosse sviluppabile una trama drammatica, ovvero un melodrammaL'Orfeo, e fu fortunato da godere del suo successo mentre era ancora in vita.
-Gioachino Rossini, o Gioacchino, all'anagrafe Giovacchino Antonio Rossini (Pesaro29 febbraio 1792 – Parigi13 novembre 1868), è stato un compositore italiano del romanticismo musicale. La sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato soprattutto come uno dei grandi operisti della storia, autore di spartiti famosissimi e celebrati come Il barbiere di Siviglia e Guillaume Tell.
-Wilhelm Richard Wagner (Lipsia22 maggio 1813 – Venezia13 febbraio 1883) è stato un compositorelibrettistadirettore d'orchestra e saggista tedesco. Riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori, Wagner scrisse sempre da sé il libretto e la sceneggiatura per i suoi lavori. Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntista, il ricco cromatismo, le armonie, l'orchestrazione e per l'uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali associati a persone luoghi o sentimenti. Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del Tristano avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della musica classica. Wagner trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk(opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi (vedi anche:Festival di Bayreuth)La sua arte rivoluzionaria scatenò reazioni contrastanti nel mondo musicale e divise critici e appassionati in "wagneriani" e "antiwagneriani": fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita

sabato 10 dicembre 2011

Musica araba

La Scala araba è un tipo di scala musicale che presenta intervalli di semitono fra il primo e il secondo grado e fra il quinto e il sesto, nonché un caratteristico intervallo di tre semitoni LE ORIGINI
 L'UD é lo strumento più noto ed importante della musica Araba.
Gli Arabi lo definiscono, il "Sultano degli strumenti musicali"
Parlando di "Musica Araba" si deve intendere che ci si stà riferendo non solo a quella in uso, geograficamente parlando, presso gli abitanti della penisola Arabica, ma bensì la musica cantata, suonata, ascoltata e capita da tutti coloro la cui lingua madre è l'arabo o uno dei suoi dialetti, indipendentemente dalla religione, dall'etnia e dal luogo di residenza.
La storia della musica e del canto arabi hanno un esordio tutto al femminile. Infatti, dalla lettura della poesia preislamica veniamo a sapere che la vita musicale era concentrata sulla figura della qayna, una cantrice che si accompagnava con uno strumento musicale. Ella cantava proprio quella produzione poetica che, arrivata sino a noi, ci ha dato modo di conoscerla.
Grazie all'influsso della musica turca, durante il lungo periodo dell'egemonia ottomana a cui sono dovute tutte quelle caratteristiche comuni che fanno della musica araba, persiana e turca tre espressioni di una stessa estetica musicale, che privilegia la melodia e quindi il canto e l'improvvisazione. E regine del canto orientale sono da sempre le donne, seducenti interpreti della malia delle parole, maestre nell'arte del tarab.

 I musicisti improvvisando si lasciano trasportare dall'emotività.
Il tarab non è una melodia o un genere musicale bensi l'interpretazione musicale di un testo, la quale genera nell'ascoltatore quasi un rapimento estatico ..è ciò che potremmo chiamare il "sublime" del canto..... l'incanto della parola cantata! Naturalmente, perché il fenomeno del Tarab possa aver luogo è necessario che l'ascoltatore capisca il significato del testo poetico che viene cantato: il Tarab consiste proprio nella perfetta interpretazione musicale di un testo dal tema coinvolgente. Gli arabi distinguono la figura del cantante (mughanni) da quella dell'interprete (mutrib): il primo è colui che esegue con la voce una melodia, il secondo è in grado, attraverso una sviluppata tecnica interpretativa e una grande sensibilità artistica, di generare il rapimento nell'estasi del tarab. Il verbo "tariba", da cui deriva il termine tarab, significa "essere commosso da gioia o da dolore", "provare emozioni di piacere o di dolore", "andare in estasi, essere incantato, turbato, agitato, scosso", ed è quindi legato a quell'arte di modulare la voce su di un testo poetico che incanta e rapisce l'ascoltatore in grado di intenderlo.
Tra il secondo e il terzo grado, oltre che tra il sesto e il settimo.
La scala araba si costruisce sulla scala diatonica maggiore aggiungendo un bemolle  al secondo e sesto grado. Lo studio di questa scala è stato fatto seguendo il temperamento equabile che non è mai stato adottato nella musica tradizionale araba perciò la scala stessa è più un riadattamento secondo i parametri della musica occidentale che non una fedele trasposizione. Se la si volesse confrontare con una scala di stampo classico si può notare che è molto simile alla Frigia maggiore, quinto modo della scala minore armonica. L'unica differenza è che la Frigia maggiore ha la settima minore mentre la scala araba ha la settima maggiore. L'armonizzazione di una scala araba genera accordi troppo inusuali per la musica occidentale. Allora per ottenere le stesse sonorità senza dover ricorrere ad armonie troppo complesse si usa appunto la scala minore armonica tanto che un orecchio inesperto non nota differenze.

mercoledì 7 dicembre 2011

Musica della storia:il palazzo aristocratico

 La vivace animazione del pensiero e della cultura illuminiusta produce rapidi e radicali cambiamenti nel linguaggio della musica e nel suo ruolo sociale. Determinate per l'elaborazione del nuovo stile,solitamente definito classico, è lo straordinario sviluppo della musica strumentale e delle forme ad  essa legate.
Il perfezionamento tecnico di numerosi strumenti, l'abilità crescente degli esecutori della nascita di una vera e propria tecnica di strumentazione contribuiscono all'affermazione dell'orchestra classica.
LA MUSICA STRUMENTALE:
Così  riorganizzata,l'orchestra settecentesca portra al successo i nuovi generi della musica classica,primo fra tutti la sinfonia. in un periodo dominato  del melodramma,la sinfonia deve la propria fortuna alla capacità di esprimere sentimenti ed emozioni e, grazie all'adozione della forma sonata.
Per il suo carattere fortemente spettacolare il  concerto per strumento solista e l'orchestra è un altro genere di grande  successo: al solista sono infatti riservati  ampi spazi destinati  all'improvvisazione  e all'esibizione del suo talento virtuosistico.
La sonata vive una profonda trasformazione: dedicata inizialmente al clavicembalo, comincia poco per volta a preferire le sonorita più potenti e duttili del pianoforte, il cui carattere espressivo, così diverso da quello garbato e salottiero del clavicembalo, è capace di dar voce ai moti più profondi dell'anima.
La musica strumentale destinata ai piccoli complessi da camera conosce un grande impulso: due,trio,quartetto,quintetto diventano le formazioni più diffuse nelle quali si afferma un linguaggio musicale dal carattere più intimo e aperto verso nuove soluzioni.
MUSICA E MERCATO:
Mentre il melodramma trionfa nei teatri pubblici di tutta Europa, alterando opere serie e  quelle buffe, si diffondono sempre più numerose le sale da concerto come nuovo luogo di consumo musicale a pagamento, dove un pubblico borghese  in continuo aumento ascolta le novità dei musicisti più importanti come:
.Franz Joseph Haydn nato nel 1732 a Rohrau ,in Austria, dove inizia precocemente lo studio della musica.A  otto anni si trasferisce a Vienna come ragazzo cantore della cappella di S. Stefano e qui prosegue gli studi  di canto,violino,clavicembalo e composizione. Dopo alcuni anni di ristrettezze economiche, cui fa fonte con le attività più disperate entra nel 1759  a servizio della famiglia Esterhazy,alla quale  resterà legato per quasi tutta la vita. Nella splendida residenza del principe Nicola, Haydn compone musica per le più svariate occasioni.
A traverso la diffusione di stampa delle sue opere, diviene celebre in tutta Europa: nel 1781 a Vienna incontra Mozart e stabilisce con lui solida amicizia. Morto il principe Nicola,nel 1791 è inviato a Londra per dirigere personalmente sei sinfonie composte per l'occasione. L'accoglienza trionfante induce Haydn a ritornarvi fra il 1794 e il 1795. Rientrato  a Vienna, scrive gli oratori La creazione e Le stagioni ed è per qualche tempo maestro di Beethoven.Muore nel 1809 circondato dall'affetto e dall'ammirazione di tutti i viennisti. Attraverso una vastissima produzione egli perfeziona il linguaggio e le forme della musica strumentale del Settecento a tal punto che si parla di lui come del padre della sinfonia, della sonata e del quartetto.
Poi abbiamo Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven

martedì 6 dicembre 2011

programma ultime settimane


ITALIANO:
-LETTERATURA:
.promessi sposi
.il romanticismo (Giacomo Leopardi)
-LINGUISTICA:
.proposizione relativa
-ANTOLOGIA:
.Billy Elliot

MEMATICA:
.proprietà (potenze+ le moltiplicazioni)
GEOMETRIA:
.il prisma
SCIENZE:
.le leve

MUSICA:
.blog
.come si passò dal fonografo al digitale.

INFORMATICA:
moduli ECDL.

TECNOLOGIA:
.tecniche di cottura

STORIA:
. dall’età napoleonica alla restaurazione

GEOGRAFIA:
.l’Africa settentrionale

FRANCESE:
. la Francia fisica

INGLESE:
.progetto comenius
.Present continuos
. present simple
.past continuos+when+past simple

APPROFONDIMENTO:
.preparazione per il natale

Dal fonografo al digitale

                   FONOGRAFO     (Rullo di cera)
                        
                  GRAMMOFONO     (dischi 789 giri)
                        
                 RADIO-TV    (fine anni 60 non c'è rumore di fondo)
                        
                GIRADISCHI   (dischi 33.45 giri)
                        
               DAL DISCO AL DIGITALE
CD  DIGITALE  MP3  PC  INTERNET